domenica 6 novembre 2011

La Degustazione: Il Pinot Nero dell'Oltrepò Pavese

Il Pinot Nero dell'Oltrepò Pavese
Degustazione orizzontale di 3 Pinot nero
(di Dimitri Domenichella)

Le origini del Pinot Nero
L'origine di questo vitigno oggi definito "internazionale" risale probabilmente al III-IV secolo d.C., come testimonia un documento di ringraziamento all'Imperatore Costantino datato 312 d.C. da parte degli abitanti della città francese di Autun, nella Côte de Nuits in Borgogna. Ma notizie relative a quello che poteva essere considerato l'antenato di questo vitigno, con le medesime caratteristiche morfologiche, erano già comparse nel I secolo d.C. nella fondamentale opera dall'autore latino Lucio Giunio Moderato Columella De Re Rustica, riportando informazioni circa l'attività del popolo dei Celti che ne aveva selezionato alcune varietà.

Nel Medioevo, con la diffusione della viticoltura ecclesiastica e l'espansione terriera del ceto nobiliare, il vitigno venne coltivato e preservato soprattutto in Borgogna, aumentando progressivamente, nel corso dei secoli, la propria fama. In diversi documenti del XII-XIII secolo esso compare citato con il nome generico di Plant, aggettivato con la provenienza geografica (auvernat o orleanais) e solo in documenti più tardi inizierà ad essere denominato Pineau. Nel XIV secolo il poeta francese Eustache Deschamps, nella ballata Verdures des vines, parla di Pinoz al plurale per indicare la grande famiglia varietale.
Il nome Plant viene utilizzato in Borgogna e in Champagne fino all'inizio del XX secolo, dopo la devastazione portata dalla Fillossera, e viene distinto in base al colore dei tralci (Plan
t gris, Plant doré). L'approfondimento e il miglioramento delle conoscenze scientifiche e degli studi ampelografici nel corso dell'Ottocento iniziarono a metterere in evidenza la caratteristica variabilità intravarietale del vitigno, arrivando a descriverne più di 50 tipologie diverse. Anche per questa sua grande differenziazione, unita all'ampia diffusione europea, assunse molte denominazioni, specifiche per ogni singola zona in cui si era adattato: Morillon nei dintorni di Parigi, Burgunder e Clevner in Germania, Borgogna in Italia.
Il Pinot Nero che oggi conosciamo non è certamente quello delle origini, le forme primitive poco produttive vennero progressivamente scartate nel corso dei secoli e con lo sviluppo della viticoltura specializzata vennero introdotte forme di maggiore produttività. Solo tra il XVIII e il XIX secolo in Borgogna prima e in Champagne poi compaiono le tipologie odierne. Attualmente la classificazione è semplificata tra tipi fini (per la produzione di vini rossi) e tipi produttivi (in genere per la produzione di Champagne), ma all'interno di questa preliminare classificazione sono compresi cloni diversi per caratteristiche e destinazione.

Il Pinot Nero in Italia e in Oltrepò Pavese
Nonostante sia un vitigno adatto alle regioni geografiche temperato-fresche, dalla metà dell'Ottocento si diffonde in tutta Italia, arrivando fino alla Sicilia. Dopo la devastazione portata dalla Fillossera nei primi anni del Novecento e per le proprie esigenze ambientali particolari, si attesta in Oltrepò Pavese, in Alto Adige e marginalmente in Friuli e nel Veneto Orientale, con una piccola presenza nelle Marche, eredità della dominazione napoleonica.
L'Oltrepò Pavese è oggi la zona italiana maggiormente vitata a Pinot Nero, con circa 2.500 ettari, destinati per la maggior parte alla spumantistica [dati del 2008].
Alcuni ampelografi ipotizzano che già al tempo dei romani alcuni genotipi originari fossero già presenti in Oltrepò, ma le prime testimonianze risalgono al XVI secolo con l'attestazione dei nomi Pinolo, Pignolo gentile, Pignolo grappolato. Nella seconda metà del XIX secolo il Pinot Nero approda quindi in Italia e in Oltrepò Pavese: i primi impianti vengono fatti a Rocca de' Giorgi nel 1865 ad opera del Conte Carlo Giorgi di Vistarino, che pochi anni dopo, insieme all'imprenditore piemontese Carlo Gancia, inizia ad elaborare e commercializzare lo "Champagne" italiano, spumante Metodo Classico a base Pinot Nero. Il loro esempio viene seguito alla fine degli anni '70 dall'ingegner Domenico Mazza di Codevilla, il quale assume un enologo proveniente da Reims per produrre bollicine sull'esempio francese ottenendo un grande successo. Storicamente quindi la destinazione del Pinot Nero nell'Oltrepò Pavese è quella spumantistica. Ma negli anni '50 alcuni produttori, intuendo le potenzialità della vinificazione in rosso dei questo vitigno, iniziarono ad elaborare i primi vini rossi. Il primo ad ottenere eccellenti risultati qualitativi fu il dottor carlo Dezza di Montecalvo Versiggia emulato, in breve tempo, dalla dottoressa Giuseppina Quaroni di Montù Beccaria.

Le caratteristiche principali del vitigno
Il Pinot Nero è un vitgno particolarmente esigente, difficile da coltivare e da vinificare.
Dal punto di vista della coltivazione:

- presenta un vigore elevato che rende impegnativa la gestione della chioma;

- i grappoli, essendo particolarmente compatti (da qui il nome di Pinot ← fr. Pineau ← it. Pigna), sono sensibili all'attacco dell'Oidio e della Botrytis Cinerea;
- la maturazione fenolica contemporanea delle bucce e dei vinaccioli presenta alcune difficoltà che si ripercuotono poi nei vini con la presenza dei cosiddetti "tannini verdi";

- la buccia degli acini è sottili e povera di antociani esterificati, per questa ragione il colore è scarico e a volte poco stabile;
- è particolarmente sensibile all'accumulo di zuccheri negli acini, il che può compromettere la freschezza del vino.

Dal punto di vista della vinificazione:
- è spesso vittima dell'acescenza se non gestico con attenzione;
- necessita di un periodo più o meno lungo di affinamento in legno.
In conclusione il Pinot Nero è un vitigno capriccioso che si esprime in vini ineguagliabili solo in ambienti dalle caratteristiche particolari e con una vinificazione particolarmente attenta.
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Fonte bibliografica:
AA.VV., Guida all'utilizzo della Denominazione di Origine Pinot nero in Oltrepò Pavese, Broni, Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, 2008.

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La degustazione


Nome: Oltrepò Pavese Pinot Nero "Giorgio Odero"
Uve utilizzate: Pinot Nero 100%
Annata: 2007
Affinamento: 12 mesi in barriques e tonneau di rovere francese, 18 mesi in bottiglia
Titolo alcolometrico: 14% vol.
Note:
all'esame visivo si presenta limpido, con un colore rosso rubino vivo, consistente. Al naso si percepiscono prufumi intensi e di buona complessità, fruttati di ciliegia sotto spirito, di lampone maturo e di frutta rossa macerata; speziati di vaniglia, cannella e leggero pepe nero; note di tostatura, balsamiche e leggermente pungenti dovute all'alcol. In bocca è secco, caldo, abbastanza morbido, fresco, con un tannino ben percettibile ma non fastidioso ed una buona trama sapida. Ottima la struttura, è intenso e con una lunga persistenza gustativa, il finale è lievemente amarognolo con una punta di alcol.
L'unico campione dell'annata 2007. Ancora piuttosto giovane ma con una grande margine evolutivo.
Abbinamenti:
gnocchi al ragù di lepre, carni rosse brasate.

Azienda produttrice:
Società Agricola Frecciarossa - Via Vigorelli, 141 - 27045 - Casteggio (PV)
Tel: 0383804465 - Fax: 0383890485
Sito internet: www.frecciarossa.com - Email: info@frecciarossa.com

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Nome: Oltrepò Pavese Pinot Nero "Pernice"
Uve utilizzate: Pinot Nero 100%
Annata: 2006
Affinamento: 8 mesi in barriques di rovere francese, 12 mesi in bottiglia
Titolo alcolometrico: 13,5% vol.
Note:
all'esame visivo si presenta limpido, con un colore rosso rubino scarico con lievi riflessi granati, consistente. Al naso è intenso e complesso, con profumi più delicati e morbidi rispetto al campione precedente, floreali di rosa appassita e garofano; fruttati di ciliegia e fragola molto mature; speziati di vaniglia e leggere di chiodi di garofano; note di bastoncino di liquirizia e, lasciandolo ossigenare nel bicchiere, anche sfumature di cuoio. In bocca è secco, caldo, morbido, fresco, con un tannino ben presente ma ottimamente integrato, abbastanza sapido. Ottima la struttura, è intenso e con una lunga persistenza gustativa, nel finale ricordi tostati e di vaniglia.
Abbinamenti:
tacchino ripieno di castagne, fagiano in umido.

Azienda produttrice:
Cantine Carlo Giorgi di Vistarino - Fraz. Scorzoletta, 82/84 - 27040 - Pietra de' Giorgi (PV)
Tel: 038585117 - Fax: 038585530
Sito internet: www.contevistarino.it - Email: info@contevistarino.it

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Nome: Oltrepò Pavese Pinot Nero "Noir"
Uve utilizzate: Pinot Nero 100%
Annata: 2006
Affinamento: 12 mesi in barriques di rovere francese, 12 mesi in bottiglia
Titolo alcolometrico: 13,5% vol.
Note:
all'esame visivo si presenta limpido, con un colore rosso rubino scarico con lievi riflessi granati, consistente. Al naso è intenso e complesso, con profumi morbidi più accentuati rispetto al campione precedente, fruttati di ribes rosso, lampone e amarena molto maturi; speziati di vaniglia; note delicatamente tostate dovute all'affinamento in legno, dopo una breve ossigenazione anche richiami di liquirizia dolce, di caffè, di cuoio, su una scia finale balsamica. In bocca è secco, caldo, morbido, fresco, con un tannino delicato, con una buona sapidità. Ottima la struttura, è intenso e con una lunga persistenza gustativa, per un finale speziato di cannella, tostato e fresco.
Abbinamenti:
stufato di manzo con funghi, formaggi stagionati a pasta dura.

Azienda produttrice:
Tenuta Mazzolino - Via Mazzolino, 26 - 27050 - Corvino San Quirico (PV)
Tel: 0383876122 - Fax: 0383896480
Sito internet: www.tenuta-mazzolino.com - Email: info@tenuta-mazzolino.com

27 commenti:

Marco Riva ha detto...

Personalmente credo che in Oltrepò il miglior Pinot Nero sia quello di Stefano Milanesi. Nettamente meglio del Noir che ho avuto modo di assaggiare più volte e che considero cmq buono ma non all'altezza del precedente.
Quelli che conoscono bene i prodotti della zona e con cui ho avuto modo di scambiare idee, dicono che il Maderu sia un vino all' altezza di essere paragonato ai Pinot Noir della Borgogna.

Buonagiornata!

Il Vino e Oltre ha detto...

Personalmente penso che i Pinot Nero di Mazzolino, Frecciarossa e Conte Vistarino siano tra le eccellenze del nostro territorio. Certo non le uniche. Il Pinot Nero di Milanesi è un ottimo prodotto anche per me. Altri Pinot Nero di alto livello, a mio parere (faccio riferimento alle cosiddette "Riserve" dei vari produttori), sono quelli di Marchese Adorno, di Le Fracce, non male anche quello della Tenuta Il Bosco.

Un saluto.
Dimitri Domenichella

Marco Riva ha detto...

Io, sempre parlando personalmente, credo che alcuni tra quelli citatati siano vini senza personalità. Il Pinot Nero è un vitigno che ne richiede molta. In Oltrepò ce ne vuole altrettanta per uscire da una "mischia mediocre" di prodotti sopravvalutati (come tante Cruasè o Metodo Classico).
Insieme, forse, le cose non coincidono molto.
Comunque sarà nuova occasione per riassaggiare un pò di prodotti, appena possibile.

Buonagiornata!

Cristian Carlucci ha detto...

Ammetto di aver assaggiato solo i prodotti di Mazzolino e sinceramente me li ricordo tutti un pò scarichi di frutto.. Sarà un gusto personale, soggettivo, ma effettivamente il Maderu di Milanesi è almeno una spanna sopra e si avvicina molto alla Borgogna. Non credo che in una degustazione di rossi oltrepadani ottenuti da Pinot Nero si possa fare a meno di parlarne...

Marco Guardamagna ha detto...

Concordo con quanto detto dal Vino e Oltre,in oltrepo i migliori pinot neri sono Mazzolino,Frecciarossa e Conte Vistarino non a caso sono sempre presenti in tutte le degustazioni ufficiali,Milanesi sarà anche un bel prodotto ma non lo riccordo in nessuna degustazione... comunque alla fine quello che prevale è sempre il gusto personale

Buonagiornata

Il Vino e Oltre ha detto...

La scelta di proporre in degustazione questi tre Pinot Nero dell'Oltrepò Pavese, che certamente non risolvono l'intero panorama oltrepadano, pur rappresentandone tre ottime interpretazioni, è stata motivata dal contesto in cui si è svolta, ovvero la manifestazione Autunno Pavese DOC 2011, nel corso della quale non tutti i produttori avevano presentato i propri vini e per questa ragione si è dovuta fare una scelta. Scelta comunque, a mio parere, che ha visto protagonisti Pinot Nero di grande livello. Sarebbe stato molto più interessante prendere in esame altri vini, di altri produttori, di annate differenti, etc., ma non è stato possibile. Sarà comunque una "scusa" per nuovi assaggi.
Un'ultima cosa. La Borgogna rappresenta senza dubbio la zona d'eccellenza per questo vitigno e questo continuo confronto rischia di penalizzare fortemente tutte le altre zone vitate a Pinot Nero d'Italia (Oltrepò, Alto Adige, etc.) e del Mondo (Oregon, Nuova Zelanda, etc.) in quanto, come tutti sappiamo, ogni zona ha caratteristiche peculiari di terroir, di clima, e via dicendo... e l'Oltrepò, come l'Alto Adige, hanno condizioni pedoclimatiche differenti. Detto questo penso che ogni vino vada considerato nella propria specificità territoriale, nonostante il pressante paragone con il modello francese (che ovviamente, per non essere frainteso, ritengo irraggiungibile).

Un saluto
Dimitri Domenichella

Cristian Carlucci ha detto...

Dimitri grazie per la risposta, che pur non condividendo appieno, ho molto apprezzato. Concordo quasi su tutto.. Il mio paragone con la Borgogna era solo per quanto mi aveva stupito favorevolmente il prodotto di Milanesi, ma ovviamente sono anch'io per l'esaltazione del territorio. Volevo solo confrontarmi con te e capire il tuo punto di vista.

@Marco Guadagnara: scusami ma mi sembra un'osservazione un pò sempliciotta; non scelgo un vino solo se è segnalato da qualcuno o se è su una guida, altrimenti perchè andare alle fiere? Perchè visitare cantine? Che noia limitarsi solo a quello che dicono altri, il bello di questa passione è proprio il ricercare prodotti particolari..
Detto questo posso tranquillamente mandarti almeno 5 articoli che parlano dei vini di Stefano Milanesi, basterebbe cercare e aver voglia di informarsi.......

Il Vino e Oltre ha detto...

Il bello del mondo del vino, a mio parere, è proprio la grande varietà di sensazioni ed emozioni che un prodotto può dare alle diverse persone che lo assaggiano, tenendo comunque sempre presente che alle spalle di ogni vino (ritenuto, a torto o a ragione, più o meno "buono") ci sono sempre il lavoro e la passione di un produttore. Per questa ragione assaggiare un vino, parlarne e confrontarsi anche con persone che la pensano in modo diverso è, per quanto mi riguarda, sempre un fatto positivo. Mi riservo quindi, spero fra non molto, di assaggiare molti altri Pinot Nero, compreso quello di Milanesi che avevo avuto modo di degustare qualche tempo fa... e molti altri meno conosciuti, fra i quali ci saranno sicuramente delle sorprese.

Un saluto
Dimitri Domenichella

Damiano Raffaele ha detto...

IL VINO E OLTRE, se per lei il Pinot di Marchese Adorno è un'eccellenza lei ha veramente bisogno di rivedere le sue conoscenze in merito a questa tipologia di vino.
Il Pinot di Adorno è un vino nettamente sotto la media, non me ne voglia Adorno ma su tre bottiglie sono sempre finite nel lavandino.
Concordo invece con Riva, il Maderu di Milanesi non ha eguali in tutto l'Oltrepo.Un vino da eccellenza affine ai migliori Pommard di Bourgogne. Sul resto non commento perchè non conosco a sufficienza.

Damiano Raffaele ha detto...

sia chiaro che non sono gli unici 2 pinot dell'Oltrepo che ho assaggiato. Al vinitaly ho avuto modo di fare tante aziende oltrepadane che producono pinot vinificato in rosso. Ma dopo Milanesi, c'è solo il NULLA.

Il Vino e Oltre ha detto...

Parlando dei prodotti di Marchese Adorno facevo riferimento al Pinot Nero "Rile Nero", assaggiato più volte, anche in degustazioni alla cieca, per poterlo confrontare con altri di aziende diverse. Il livello è sempre risultato più che soddisfacente, cert, forse più "ruffiano" per essere un Pinot Nero, forse con molte spigolosità tipiche del vitigno smussate, ma sempre un ottimo prodotto, fatto probabilmente per incontrare maggiormente un certo gusto nel consumatore.
Quanto al consiglio di rivedere le conoscenze relative a questo vitigno... beh, c'è sempre da imparare. Infine non condivido il giudizio, forse un po' troppo drastico, sulla situazione dell'Oltrepò Pavese relativamente al Pinot Nero vinificato in rosso.

Un saluto.
Dimitri Domenichella

Marco Guardamagna ha detto...

Concordo con quanto detto dal sig.Carlucci un vino non va scelto in base alle guide,al prezzo etc..e non mi sembra di aver scritto questo nel mio post ..x avere un giudizio ottimale un vino va giudicato alla cieca,cosa che noi facciamo "SEMPRE" nelle nostre degustazioni..quindi per chiudere questa inutile polemica inviterei i nostri amici in Oltrepo a qualche degustazione "SERIA" sul Pinot Nero .. poi come sempre ognuno è libero di esprimere il propio giudizio

Marco Riva ha detto...

Bella Idea...ma degustazione seria vuol dire che se ha un costo, i vini si pagano..senò è gratis ed i produttori, se vogliono, mettono i campioni o si vanno a cercare realtà diverse dalle "solite" per paragonarle ai "grandi".
Proprio per questo il discorso che in degustazione ci sono i "soliti" mi sembra un concetto pessimo.
E' giusto che siano più conosciuti se hanno modo e voglia di pubblicizzarsi di più, ma non per questo la qualità è maggiore per forza!!!. Che metodo di giudizio è mai questo???

La degustazione alla cieca è un' ottima cosa ma non sempre, come si dice anche qui:

http://www.winesurf.it/index.php?file=onenews&form_id_notizia=1233&fb_source=message

Perchè non è da vedere come una "gara" tra sommelier ma come un "confronto" di prodotti diversi.
Fatto sta che le peculiarità del Pinot Nero possono anche tendere al soggettivo a seconda delle zona, ma nella stessa trovare prodotti completamente diversi fa pensare ad un metodo errato di produzione o stile di qualcuno. Anche se l'elemento personale rimane sempre, meno male, e differenzia le capacità e le qualità di uva, vigneto e uomo. Il Terroir di cui qui si parlava.

Mi pare che spesso in Oltrepò, si cerchi di imitare il Pinot Nero "italiano e altoatesino" quindi non vedo sbagliato il paragone con la borgogna del Sg. Raffaele.
Paragone per paragone, è meglio usare quello come termine di paragone, forse.

Poi l' Oltrepò è la prima realtà italiana come produzione di quest'uva, tanto che anche la franciacorta ne attinge per i suoi spumanti, che dica il vero o il falso riguardo a ciò.
Come molti Lagrein, appunto, fatto con altre uve rosse oltrepadane, e non è cosi' un gran segreto.

Le degustazioni si possono fare ovunque sul Pinot Nero, anche a Milano! Ben vengano quelle serie e di confronto.
Ma di sicuro " in oltrepo i migliori pinot neri sono Mazzolino,Frecciarossa e Conte Vistarino non a caso sono sempre presenti in tutte le degustazioni ufficiali,Milanesi sarà anche un bel prodotto ma non lo riccordo in nessuna degustazione... " non è una frase oggettiva. Se non lo ricordi è perchè non c'era te lo dico io.

Cmq si è in Oltrepò, non è cosi' difficile trovare la cantina.

Buonagiornata!

Il Vino e Oltre ha detto...

L'Oltrepò Pavese, secondo me, ha grandissime potenzialità e un terroir nel quale il Pinot Nero offre ottimi risultati sia per la vinificazione in rosso che per la spumantizzazione Metodo Classico. Se dovessi fare una critica, sarebbe rivolta probabilmente all'eccessivo individualismo di molti produttori (non tutti, s'intende), i quali spesso, per i più svariati motivi, non riescono a cogliere le opportunità per unirsi verso il comune obiettivo della promozione territoriale. Cito, a titolo di esempio, la scarsa partecipazione, verificata personalmente, di molti produttori a iniziative che potrebbero essere definite di "marketing territoriale" come l'inaugurazione della "Strada del vino e dei sapori dell'Oltrepò Pavese" (la cito solo perché l'ultima in ordine di tempo).
Da ultimo, ritengo che le degustazioni siano un ottimo strumento per potersi confrontare nell'analisi del vino e penso che quelle fatte alla cieca, senza essere influenzati dal nome del produttore, siano quelle da preferire. Tuttavia, la comprensione di un vino passa senza dubbio dalla conoscenza di chi lo ha prodotto, dalla sua filosofia e dalla sua passione; per questa ragione le visite in cantina e il racconto di un determinato vino da parte del produttore rappresentano un momento fondamentale.

Un saluto
Dimitri Domenichella

Marco Riva ha detto...

Le promozioni territoriali sono completamente ridicole, spesso, ed a scapito dei produttori stessi. Es. La bonarda e il Mc. Donald's!!! Il genio di Giorgi che ha deciso (da solo come sempre il consorzio, auto-eletto fa, senza chiedere ai soci mai niente) di promuovere questa iniziativa, come lo giudicate?

Secondo voi questo serve hai produttori di nicchia per promuoversi?
O meglio stare alla larga da queste ridicole inventive che servono per svuotare i magazzini dei grandi distributori e delle grandi cantine da vini invenduti o difettosi?

Per fortuna non sono tutte cosi', perchè in un consorzio bisogna badare ai grandi difetti e non ai piccoli pregi(se ce ne sono)...

Il Vino e Oltre ha detto...

Sul punto specifico, Bonarda & McDonald's, concordo in pieno.
Sul resto non condivido. Il cosiddetto "marketing territoriale" dovrebbe servire in modo particolare ai piccoli produttori, quelli di nicchia, che magari non hanno le risorse, da soli, di autopromuoversi, a differenza dei "grandi distributori e delle grandi cantine" che non hanno problemi a farsi conoscere e a pubblicizzarsi. Per qesto motivo, forse, una maggiore collaborazione dei protagonisti, ovvero i produttori, magari attraverso i Consorzi, potrebbe essere un buon viatico per avere una migliore visibilità.

Un saluto
Dimitri Domenichella

Marco Riva ha detto...

Se funzionassero si.
Ma visto che i consorzi la maggior parte di casi sono gestiti dai produttori stessi,no.
Infatti le aziende più "rinomate" sono sempre casualmente, i vini migliori secondo guide ecc...

Chiaro,non vale per tutti, ma per una bella fetta.
Come la Doc Casteggio ad esempio...

Marco Riva ha detto...

Certo che sarebbe una buona visibilità. Quali sono le uniche comunicazioni che vengono date dal consorzio se non le richieste di pagamento per bollini, etichette , frizzantatura ecc...
Mai che venga promosso qualcosa di realmente concreto e non "Evasivo".
Come detto prima, gli organi di gestione, spesso, esistono per facilitare si, ma solo chi fa grandi numeri e ha tanti soldi, non è un meccanismo equo.

Poi se il vino fa cagare non importa, tanto ha la sua bella fascetta ed al supermercato il consumatore riconosce in essa la qualità che "qualcuno" avrebbe dovuto riscontrare in precedenza e, di nuovo spesso, non l'ha fatto.

Chiaro che cosi' facendo le piccole eccellenze tendono a mischiare i loro prodotti con quelli dozzinali, per cercare di trovare un "mercato alterno" che gli dia possibilità di "rimanere a galla".
Certo la Cantina sociale non aiuta quanto meno l'Oltrepò sottopagando l'uva e decidendo i prezzi.

E li il consorzio che dice?
Non dovrebbe tutelare anche questo?
La qualità parte dal basso, non dalla bottiglia pronta e finita. Per questo il concetto spesso viene travisato.

Damiano Raffaele ha detto...

Dimitri, mi riferisco esattamente al Pinot nero "rile Nero" di Adorno. Oltre all'utilizzo spudorato di Barrique, lei che mi sembra un esperto del territorio oltrepadano, dovrebbe sapere che la zona di Adorno non è altamente vocata per il Pinot atto a produrre vini importanti. Non me ne voglia Adorno che in compenso ha una Barbera fantastica, ma se la natura non ti da il frutto buono c'è poco da fare.

filippopre ha detto...

Buongiorno, voglio fare i complimenti ai ragazzi di" Il vino e oltre", che come sempre affrontano argomenti interessanti e li propongono in maniera accurata ed esaustiva. Volevo inoltre lasciare un commento circa il Pinot Nero "RILE NERO" di Adorno. Io sono un dipendente dell'azienda e mi permetto di dire difendere la tipicità del prodotto e sopratutto ci tengo a dire che la zona al di sopra di Retorbido, precisamente nella frazione Garlazzolo, è una delle zone migliori dei tutto l'Oltrepò, per la coltivazione del Pinot Nero e questo è risaputo, studiato e docuementato da svariati decenni.
Quindi la scelta di coltivare Pinot Nero, non è stata dettata da una moda o da esigenze di mercato, ma dalla consapevolezza di poter ottenere dei grandi prodotti.
Se le bottiglie assaggiate dal signor Damiano, avevano qualche problema particolare, questo non posso dirlo. Non abbiamo avuto particolari lamentele su quel prodotto, ad eccezione di qualche problema di tappo..andrebbe anzitutto conoscere l'annata di quelle bottiglie. Per quanto riguarda le caratteristiche del prodotto, come diceva giustamente Dimitri, ogni azienda cerca di dare il suo stile e non è detto che debba piacere a tutti. In ogni caso chiunque avesse piacere, può venirci a trovare in cantina, saremo lieti di assaggiare qualcosa insieme. L'annata di RILE NERO che stiamo attualmente commercializzando è il 2007.
Buona giornata
Filippo Prè

Emanuele Bottiroli ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Emanuele Bottiroli ha detto...

Interessante discussione con qualche imprecisione, certamente in buona fede, riguardo al lavoro duro del Consorzio per aiutare le sue aziende a crescere e farsi notare. La qualità c'è e cresce, nonostante il "gufismo" che ha sempre fatto da zavorra alla terza Denominazione italiana per numero di ettari, primatista nazionale per Pinot nero e anche per ettari a Riesling.

Si citano e si commentano a sproposito n. 2 serate riuscite e curiose ai Mc Donald's di Stradella e Pavia con Bonarda e Moscato (volute e rese possibili dai produttori che hanno democraticamente scelto di partecipare). I vini sono stati spiegati alla gente e serviti dai sommelier. Io c'ero e ho visto.

Tre rapide segnalazioni a testimonianza del lavoro del Consorzio: una dedicata al Pinot nero (http://www.aislombardia.it/notizie/1278-stati-generali-del-pinot-nero.php), una dedicata al Riesling (http://www.ilmondodipavia.it/pagina.php?b=BxsSqgdd4b) e una terza che testimonia l'attenzione che il Metodo Classico Oltrepò Pavese sta riscuotendo (http://www.lemillebolleblog.it/2011/11/10/bollicine-mon-amour-a-san-secondo-sabato-12-e-domenica-13-novembre/).

Marco Riva ha detto...

Mi scusi, ma mi sembrano cose normalissime e scontate...e non mi sembrano RAPPRESENTARE cosi' tanto il lavoro del consorzio..
Che comunque dovrebbe occuparsi di ben altro. Per fare pubblicità ad un evento o parteciparci basta una persona in gamba che lavora un paio d'ore o tre!

Per quanto riguarda la zona cosi' vocata di Adorno, non metto in dubbio Filippopre che ci lavora, ma dubito che se sia cosi' vocata il prodotto base sia di cosi' bassa qualità...A meno che vende l'uva buona e ne compra di cattiva...ma sarebbe assurdo...

Emanuele Bottiroli ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Emanuele Bottiroli ha detto...

Signor Riva, ho citato solo gli appuntamenti di questo weekend per dimostrare che non possono esistere un certo genere di eventi senza un lungo e serio lavoro: Consorzio e aziende si stanno dando molto da fare.
Nessuno pensa di essere "arrivato" ma il disfattismo non porta da nessuna parte.
Mi dispiace che spesso si distrugge senza conoscere, si giudica e si condanna frettolosamente chi lavora e si rimbocca le maniche ogni giorno. Le aziende che il Consorzio si onora di rappresentare fanno qualità e chiedono attenzione, vetrine, sensibilizzazione del mondo consumatore. Insieme possiamo riuscire in questo intento. Abbiamo una produzione molto ampia, serve una strategia per gradi e per step.

Marco Guardamagna ha detto...

Concordo pienamente con quanto scritto dal sig.Bottiroli,ho la sensazione che il sig.Riva sia un pò troppo prevenuto nei confrpnti dell'Oltrepò inteso sia come terroir che nel duro lavoro che sta facendo il Consorzio..per questo venga a trovarci nelle giornate del 19-20 Novembre agli "Stati Generali del Pinot Nero" in modo tale che potrà rendersi conto della validità dei prodotti del OP.

Marco Riva ha detto...

Siete stati discretamente bravi a girare il discorso ma purtroppo non ce l'avete fatta. Io di eventi sull' Oltrepò ne faccio continuamente ormai da un anno. Promuovo le aziende che non promuove nessuno perchè nessuno si degna di conoscere. E' un terroi che adoro perchè penso possa produrre vino di eccelsa qualità ed impronta territoriale. E conosco molto bene la zona e un bel pò di prodotti e produttori.

Per quanto riguarda il lavoro del consorzio conosco bene anche quello e penso di saperne anche qualche dettaglio.
Il consorzio purtroppo cosi' come è gestito ed organizzato non rappresenta affatto nessuno se non chi ha interessi con quest'ultimo.

Il consorzio dovrebbe promuovere tutte le aziende che ne fanno parte per e tali all'interno, dovrebbero essere tutto aziende di qualità.
Ma è davvero cosi'?
Sapete benissimo che la risposta è negativa e tanti prodotti sono "targati" ma di pessima qualità a discapito di tanti ottimi prodotti che fanno strada propria.

Come fanno, in una cantina sociale, a fare due differenti vini (bonarda e barbera) dalla pigiatura della stessa uva cioè un misto di entrambe?
E questa è la DOC????!!!!!

I CONTADINI non hanno cosi' tanto tempo per andare in giro a promuoversi con eventi ecc..ecc..per questo ci dovrebbe essere qualcuno che assaggia i vini e li propone..ma non sempre gli stessi! Senò è troppo facile...per chi vive in oltrepò poi basta un pomeriggi la settimana e trova ogni volta una nuova produzione...d'accordo che non sono tutte di qualità ma ci si può accorgere di trovare eccellenze molto più raffinate di certe blasonate cantine che hanno semplicemente stufato con questi prodotti sempre uguali e senza personalità...e non è un fatto di grande azienda o piccola ma di stile.

Buonagiornata!